Elena Cattaneo

Bunk: l’hotel in una ex chiesa di Amsterdam North

Amsterdam

È stato inaugurato il 1° giugno il Bunk Hotel di Amsterdam, un progetto dedicato a chi viaggia con spirito giovane ed è alla ricerca di ispirazione, energia e convivialità

Il Bunk Hotel di Amsterdam, aperto appena possibile alla fine del lockdown, in realtà è il secondo Bunk: suo fratello maggiore, a Utrecht, è attivo da oltre un anno. Il fondatore, Robin Hagedoorn, spiega di aver maturato l’idea in seguito alla sua esperienza al Burning Man, il festival che si svolge ogni anno, dal 1991, nel Black Rock Desert nel Nevada (a circa 100 km da Reno). L’idea di Hagedoorn era quella di riproporre, in Olanda, spazi disponibili all’ospitalità non solo di persone, ma di idee, energia, condivisione, arte e anche un po’ di magia. Perché – io non ci sono mai stata ma lo vorrei tantissimo – il Burning Man dev’essere, soprattutto, un’esperienza magica.

Il ristorante del Bunk Hotel di Amsterdam, realizzato nella ex chiesa cattolica di Santa Rita.

Per realizzare il progetto Bunk, Robin Hagedoorn si è dimesso dal lavoro precedente: la sua esperienza nel mondo del design e, in particolare, della riconversione di spazi urbani, l’ha aiutato a trovare luoghi ricchi di storia ed energia, ma abbandonati, quindi più facilmente abbordabili. Ad Amsterdam l’hotel è stato realizzato nella ex chiesa cattolica di Santa Rita, un edificio monumentale del 1921, situato ad Amsterdam North, una delle zone più vive e stimolanti del momento, al di fuori del classico circuito turistico.

Ospitalità in un ambiente storico e di grande fascino, quindi, ma a prezzi onesti: l’idea, secondo il proprietario è di mantenere il giusto equilibrio tra qualità, affidabilità e responsabilità sociale. Bunk, non è perciò “solo” un nuovo compromesso tra hotel e ostello, è anche luogo di ritrovo per gli abitanti del quartiere e punto di incontro tra artisti locali e di passaggio. Ci sono delle stanze, infatti, adibite a residenze per artisti che, in cambio, dedicano tempo e creatività (attraverso workshop, mostre o concerti) alla comunità.

L’opzione più economica per soggiornare al Bunk, sono i Pod, accoglienti stanze-nicchia per una o due persone, con tutto il lusso della privacy di una camera tradizionale, dotate, come le altre stanze dell’hotel, di luci regolabili a LED, soffici asciugamani in cotone eco, saponi biologici e lenzuola fresche sul letto. Un’ottima alternativa ai posti singoli nelle camerate degli ostelli tradizionali.

Oltre ai Pod, ci sono camere per ogni esigenza, dalla Most Epic Bunk Room, con vasca da bagno tonda o giardino privato o terrazza sul rooftop, alla Bunk Room per 4 con letto a castello e parete divisoria interna. Non solo divertimento e riposo, al Bunk si mangia bene, sano e… insieme. I tavoli sono allungati per aiutare la connessione tra gli ospiti. Tutti i piatti, poi, sono preparati nella cucina del ristorante con ingredienti preferibilmente locali e sostenibili.

Una delle Most Epic Bunk Room del Bunk Hotel di Amsterdam.

E per finire, una pillola storica: la chiesa cattolica di Santa Rita che oggi ospita l’hotel, è stata nominata nel Diario di Anna Frank, che ne descrisse il bombardamento da parte delle forze alleate nel 1943. Dopo la guerra fu ricostruita con un campanile più grande e una navata centrale più lunga, ma perse col tempo la sua funzione religiosa. Dal 1992 ha ospitato gli uffici della Universal Studios e una filiale della biblioteca comunale.

Il Bunk Hotel ha reso omaggio alla storia della chiesa grazie alla creazione di un monumento a cielo aperto per commemorare i bombardamenti e una biblioteca che accoglie viaggiatori e gente del posto.

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