Il cappuccino? Con un gatto sulle ginocchia
Dopo quello di Torino vi racconto il Romeow Cat Bistrot aperto nel quartiere Ostiense a Roma. Proprio io che preferisco i cani!
L’amore per gatti non ha confini. Il concept dei Neko Cafè dal Giappone (così ho imparato che Neko in giapponese vuol dire gatto) sbarca in Italia e dopo Torino conquista anche Roma. L’idea di partenza è stata quella di creare un luogo di ritrovo e di svago da condividere con piccole colonie feline.
Romeow Cat Bistrot prende il nome da uno dei sei gatti ospitati ed è uno spazio pubblico dall’impronta domestica per tipologia di arredi e di comfort, ma soprattutto per la naturale vocazione all’accoglienza. Il designer Tommaso Guerra ha progettato un ambiente con spazi ampi, comunicanti e comunque ricchi di angoli protetti e talvolta accessibili solo ai gatti.
Dalle grandi vetrine, che illuminano la sala principale, si scorge il salotto di una casa più che un bistrot. Tavoli, sedute, un pianoforte, cuscini e decorazioni a parete ripropongono l’ambientazione interna di una casa ospitale.
Le pareti in due tonalità di ottanio contrastano con le tinte sature delle fonti luminose e dei quadri, con gli arredi in legno. E sono protette, fino a una certa altezza, da una boiserie bianca che ingloba il pianoforte verticale dello stesso colore. Al centro della sala, tavoli e sedie di varie forme e dimensioni dalle linee essenziali, come d’uopo in un luogo di somministrazione di cibi dove vi è la presenza di animali.
A esclusione della cucina e del laboratorio di preparazione fredda, racchiusi da pareti vetrate a tutt’altezza e posizionati al centro del locale, i sei gatti non hanno limiti di circolazione. A loro sono dedicate molte postazioni in quota (mensole, cassetti e scaffali di librerie) a cui possono accedere, con suggestivi passaggi aerei, dopo essersi arrampicati su un albero alto 4 metri.
In fondo alla sala una scala in legno conduce al soppalco suddiviso in zona lounge a soffitto alto, dove vengono serviti smoothies e drink, e zona a soffitto basso, ovvero il salotto a misura di gatto con poltrona di velluto, cuscini e valigie.
Arredi, pavimento a doghe e boiserie sono in legno naturale o dipinto (bianco o ottanio). Materiale caldo, duttile e avvolgente che rende subito familiare il bistrot che si contraddistingue per la raffinata cucina e la pasticceria vegana e raw.