Spazio all’intimità
Dalla ristrutturazione di un antico essiccatoio per castagne è nato un B&B speciale, dedicato a chi cerca momenti di raccoglimento e intimità. E di contatto con la natura
Colpisce, a un primo sguardo, l’inserimento di una struttura architettonica dalle linee fortemente contemporanee in un piccolo contesto di montagna che, per sua natura, si caratterizza per l’atmosfera intrisa di tradizione. Si tratta di Lou Estela, uno chalet per due situato a Moiola (CN), un piccolo paese della Valle Stura, a circa 700 m di altitudine. Simona Lamberti, che vive qui con la sua famiglia, fino al 2018 ha condotto una vita da donna impegnata su più fronti, la famiglia e il lavoro (era account manager di una multinazionale). Alla notizia della terza gravidanza Simona si ferma per fare spazio, dentro di sé, a un periodo di bilanci. Lou Estela è il risultato di quel periodo, del bisogno di cambiamento e di un progetto condiviso.
“Ero alla ricerca di un nuovo lavoro che mi gratificasse, non solo dal punto di vista economico – racconta Simona Lamberti – e ho colto il suggerimento di mio marito che mi ha proposto di ristrutturare un vecchio essiccatoio per le castagne, situato vicino a casa nostra, per farlo diventare un luogo destinato all’accoglienza. Un tipo di accoglienza che avevo già chiara in testa, basata sul far sentire bene le persone. Ogni tanto bisogno fare qualcosa che non si è mai fatto, mi sono ripetuta e l’avventura di Lou Estela è cominciata.”
IL PROGETTO
Gli architetti Dario Castellino e Valeria Cottino hanno proposto a Simona un progetto contemporaneo sotto tutti i punti di vista. Il piccolo essiccatoio per castagne è stato recuperato e ampliato tenendo conto dell’obiettivo principale, cioè mettere a disposizione del cliente una casa accogliente, un ampio giardino e una vista il più possibile aperta sul paesaggio. Il risultato è un edificio composto da una camera da letto intima e raccolta, caratterizzata dal colore nero, dal bagno intermedio e dalla zona living situata nella parte in legno affacciata sulla valle. L’ampliamento in legno nasce sotto la falda del tetto originale per poi svilupparsi e dilatarsi andando a cercare, come un grande occhio, l’affaccio migliore.
I materiali
Esigenza di tutto il team (proprietà e architetti) quella di cercare di selezionare solo materiali per la costruzione sostenibili e provenienti dalla zona. Il legno utilizzato per la struttura nuova è stato fornito, infatti, da una segheria dell’alta Valle Stura, a km 0, così come gli isolamenti, realizzati in fibra di legno e calce/canapa, sono prodotti da artigiani locali.
“Ho fatto una bella ricerca e scoperto che Lou Estela è il primo essiccatoio originale (la sua costruzione risale al 1871) ristrutturato e utilizzato per la ricezione in Italia – spiega Simona Lamberti – A ciò si aggiunge la sua struttura unica a cannocchiale, davvero innovativa per la zona. Ho aperto la stagione dell’ospitalità in un periodo non facile per il turismo, ma essere consapevole di avere portato avanti il mio sogno e di aver realizzato qualcosa di davvero nuovo è stata la spinta propulsiva.”
I servizi
Oltre alla colazione preparata con prodotti dell’orto e provenienti dai diversi presidi slow food della zona, gli ospiti sono accolti da una camera arredata con mobili e accessori scelti per garantire un soggiorno di benessere, dal materasso in memory foam di Dorelan agli asciugamani in spugna di percalle di Fazzini. Senza tralasciare la cucina attrezzata, il giardino di oltre 1.000 mq e la vista panoramica. Simona, poi, ha studiato tre esperienze da proporre a quegli ospiti che desiderano completare il soggiorno con un appuntamento speciale:
- il concerto di violoncello privato in giardino (che funziona da anfiteatro naturale)
- il massaggio
- la cena vintage nel prato, preparata e servita da un ristorante del territorio
Chi arriva a Lou Estela?
E per finire chiedo a Simona, perché la cosa mi incuriosisce molto, se riesce a farmi un quadro dei turisti transitati da Lou Estela finora.
“Chi ama la montagna, principalmente – risponde la proprietaria – e magari vuole alternare le gite in alta quota con passeggiate di livello medio o esperienze di rafting, canyoning e mountain bike. Ma abbiamo anche un turismo culturale legato alle città, si tratta soprattutto di stranieri ( più abituati a fare lunghi percorsi in auto) che usano Lou Estela come una base per visitare Torino o Saluzzo. C’è poi il turismo delle Langhe, in questo caso sono i viaggiatori itineranti che amano cambiare ogni sera e, infine, direi, il turismo emozionale.”