Elena Cattaneo

Essere, oggi, un industrial designer

Luca Papini ha uno sguardo pacato sul futuro del mondo del design, ottimista, ma non forzatamente entusiasta. È quello di chi sta facendo fruttare il tempo e gli spazi ritrovati e di chi sa, anche, voltarsi indietro e ripensare alle cose fatte

Qualche mese fa ho chiesto a Luca Papini di raccontarmi le sue origini come industrial designer, oggi abbiamo ragionato sul presente cercando di gettare lo sguardo in avanti, verso il futuro imminente. Uno sforzo di immaginazione, data l’incertezza da cui siamo circondati. Così, gli ho chiesto: cosa hai notato di nuovo nel tuo rapporto con le aziende?

La cosa, se vuoi, bizzarra è che uno dei primi, taciti, cambiamenti che sto vivendo nella mia professione mi riporta a un’immagine antica, quella di Leonardo da Vinci impegnato nella realizzazione de Il Cenacolo. L’artista, infatti, soggiornava e dormiva nella casa di fronte alla sede dell’opera in corso, aveva a disposizione il tempo che voleva e poteva gestirlo a piacere. Nel corso di questi mesi, in effetti, le aziende con cui collaboro hanno mutato approccio nei confronti di chi progetta, hanno allentato la pressione sui tempi. Può sembrare una piccola cosa, ma non lo è.

STØNE di Innova. Pompa di calore ad aria/acqua, in metallo.

Ridare spazio al design industriale

Ragionando sull’importanza mediatica data (almeno in Italia) a quello che possiamo definire “design decorativo”, Luca Papini è convinto che sia giunto il momento di fare ordine nel macro mondo del design e ritrovare uno spazio consono per il design di prodotto. Stiamo assistendo, sicuramente, a una confusione mediatica intorno al termine “design“, probabilmente dettata dal bisogno, sempre più assillante, di farsi leggere.

“Mi rendo conto – prosegue il designer – che sia più difficile comunicare e pubblicare su una rivista il progetto di una manopola di un piano cottura rispetto a un tappeto, per esempio, ma credo che sarebbe importante fare lo sforzo di colmare questo vuoto. Ecco, il concetto di sforzo forse è proprio ciò che manca nel mondo dei media, si tende a cavalcare l’onda della strada più facile e i risultati li abbiamo tutti sotto gli occhi.”

Gli ultimi progetti

Nel corso di questi mesi i lavori portati a conclusione da Luca Papini riguardano due progetti per Innova, azienda che realizza prodotti per il comfort climatico.

“2.0” è un climatizzatore senza unità esterna. La soluzione ideale, perciò, per chi abita, nelle aree protette dalle belle arti dov’è vietato posizionare all’esterno il corpo evaporante del climatizzatore. Si tratta di un apparecchio dal minimo impatto estetico che raduna in un solo corpo (da sistemare all’interno dell’abitazione) la parte condensante e la parte evaporante, di solito separate. In questo caso, l’uscita del vapore avviene tramite due semplici fori da 16 cm di diametro.

STØNE è una pompa di calore ad aria e acqua, realizzata in metallo. L’esigenza era quella di avere una macchina efficiente e, nello stesso tempo, esteticamente gradevole. È prevista anche la versione a incasso che scompare nel muro lasciando a vista solo l’elegante pannello traforato per aspirazione e mandata d’aria.

2.0 di Innova. Climatizzatore senza unità esterna.

Dedicati al bagno

Gli altri progetti in corso di Papini, destinati all’ambiente bagno, sono dell’azienda Relax Design: avrebbero tutti essere presentati al Cersaie di Bologna, una delle tante fiere che quest’anno non ha potuto aprire le porte.

Margot è una vasca da bagno bi-materica freestanding. Rivisitazione contemporanea della classica vasca sospesa su piedini, è un elemento leggero, ergonomico e versatile. L’abbinamento di due finiture, infatti, consente tantissime configurazioni lasciando grande libertà.

Canyon è una collezione formata da lavabo e soffione. Due oggetti puri che, secondo le composizioni, dialogano tra loro attraverso linee minimaliste. Canyon-basin è un oggetto ergonomico, la cui forma sembra nascere dall’erosione dovuta all’acqua e al vento. Il soffione Canyon-flow ha la superficie esterna caratterizzata dal taglio netto, scultoreo, che gioca con i rapporti pieno-vuoto e spazio-luce.

CANYON Serier di Relax Design.

Cosa succede ora?

Luca Papini racconta che le aziende con cui collabora hanno impegnato questi mesi, in assenza di fiere, per reinventare la modalità di presentazione dei prodotti a venditori e clienti, ma l’incontro fisico resta comunque la grande mancanza per tutti. Di certo si è evidenziato un gap tra i brand che avevano già investito nel digitale e quelli che stanno cercando di rimediare ora, con affanno.

Per quanto riguarda il suo lavoro di progettista, invece, è convinto che sia importante cogliere il lato positivo del presente, cioè sfruttare questo nuovo tempo disponibile per seminare e ripensare alle cose fatte.

Il mio proposito per il 2021 – aggiunge Luca – anche finita l’emergenza, è mantenere questa nuova qualità di uso del tempo: è come se avessi frenato e fossi tornato a mettere Luca al centro delle mie giornate, mentre prima le priorità erano sempre altre, esterne da me. Non si tratta di lavorare meno, ma meglio, credo che sia una qualità rinnovata di approccio al lavoro.

Il primo viaggio che farai appena sarà possibile?

Vorrei andare a Tel Aviv, è tanto tempo che desidero fare un viaggio in Israele e a Tel Aviv c’è il mare, per me presenza fondamentale… andrei di sicuro lì.

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