Elena Cattaneo

Borse che hanno volato alto

Leggere e robuste le shopper realizzate con il tessuto di vecchie mongolfiere

La storia comincia così: Carmen e sua mamma decidono di fare un viaggio insieme in Turchia e, arrivate in Cappadocia, come succede spesso, rimangono folgorate dalla bellezza e dalla vastità del paesaggio. Curiosando qua e là, madre e figlia scoprono che una delle possibilità per esplorare la zona è quella di sorvolarla con una mongolfiera: l’idea riempie di entusiasmo la madre e di terrore gli occhi di Carmen! Lei stessa, però, racconta di essere stata molto felice di aver superato la sua paura e da quel giorno consiglia a tutti di provare sempre a guardare la natura da un punto di vista diverso da quello abituale.

Ma la vera protagonista di questa piccola storia non è Carmen né la sua mamma, bensì la mongolfiera. Quel volo, infatti, quei minuti di panico prima di staccarsi dal suolo, quelle vertigini e quel senso di libertà dato dal silenzio dell’altitudine, hanno fatto nascere una nuova idea per il lavoro artigianale di Carmen Bjornald (designer di tessuti, in arte CeeBee): trovare il modo di sfruttare il materiale delle mongolfiere in disuso per realizzare nuovi oggetti.

Una borsa della collezione Aimo

Una borsa della collezione Aimo


Ogni borsa Aimo è accompagnata dal certificato di volo della mongolfiera con la quale è stata realizzata

Ogni borsa Aimo è accompagnata dal certificato di volo della mongolfiera con la quale è stata realizzata

Ecco com’è nata la collezione di borse High Mo Collection, realizzate con tessuto ultraleggero, salvaspazio e super resistente, di vecchie mongolfiere. Si tratta, ovviamente, di un’edizione limitata: Carmen potrà cucire borse fino a quando troverà mongolfiere da riciclare e, soprattutto, piloti disposti a separarsene.

Il primo, quello da cui è nato tutto, è stato John Aimo, istruttore di volo e vincitore di numerosi premi: quando Carmen l’ha contattato è rimasto molto colpito dal fatto che i palloni non più utilizzabili, ma comunque “suoi vecchi amici”, potessero vivere una seconda vita.

 

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