A Lecce nel segno del recupero (non solo food)
Dal Salento alla riviera Romagnola all’insegna del buon cibo e del design di recupero e autoproduzione. Prima tappa a Lecce
Voglio condividere con voi due tappe golose della mia soleggiata vacanza estiva lungo la dorsale adriatica, dal sud al nord. Oggi la prima, nella capitale del Salento, Lecce, che da alcuni anni è la metà preferita della migliore gioventù, non solo e non esclusivamente d’estate.
Vicino a Piazza Duomo c’è DoppioOO, l’emporio-bristrot che da quattro anni si è imposto per l’interior design e come vetrina dei migliori prodotti dell’enogastronomia locale. Non serve cercarlo perché si presenta all’inizio di via Paladini con un dehors di tavoli e sedie in ferro battuto.
Dentro invece è il legno grezzo e di recupero a farla da padrone. Tavoli sociali, sedie acquistate dai rigattieri del centro storico, armadiature e boiserie raccontano con quanta passione Francesco Spada abbia allestito il locale all’interno del settecentesco Palazzo Romano riproponendo l’atmosfera delle antiche norcinerie. Uno spazio plurale, d’accoglienza dove il cibo favorisce l’incontro e dove i materiali poveri acquistano l’originaria dignità.
Materie prime che danno valore aggiunto alla qualità. Tutto è stato disegnato ad hoc ed è frutto della ricerca ecosostenibile che Spada porta avanti dagli anni ’80 e che gli ha permesso di tessere, a Lecce, una rete di artigiani a cui affidare le varie lavorazioni. Una grande bottega collettiva.
Il concept di DoppioOO è incentrato sulla pluralità di materiali, conoscenze, rapporti sociali, che genera una nuova forma di socializzazione verso lo spazio e il cibo. A tutte le ore, dalla mattina alla notte, si compra il cibo (di base realizzato con farina OO, la migliore), si fa la spesa di prodotti selezionati a filiera corta, si fa colazione, pranzo, merenda, aperitivo e cena.
Uno spazio a sviluppo longitudinale racchiuso da una struttura a volte a crociera nei toni neutri e costruito sulle due linee orizzontali dei tavoli sociali, dove la pausa è senza gerarchie o filtri culturali-generazionali, e del bancone con ripiano in marmo di Carrara.
Tutti gli arredi sono stati realizzati con il fasciame di legno di altri cantieri trattato con cere ecologiche. Un colore solo, declinato in varie tonalità: verde acqua per le pareti, verde erba per gli sportelli del retro bancone e verde bottiglia per le lampade realizzate con bottiglie riciclate. Un’operazione semplice, basilare, ma di grande appeal!