Elena Cattaneo

EDIT Napoli non si ferma

Unica in Italia, la fiera dedicata al design d’autore EDIT Napoli ha avuto luogo dal 16 al 18 ottobre: ora prosegue sul web e in città con interessanti installazioni

La seconda edizione di EDIT Napoli, la fiera dedicata al design editoriale e d’autore, ha avuto luogo dal 16 al 18 ottobre nel Complesso di San Domenico Maggiore e con altri tre eventi mirati in altrettanti luoghi simbolo della città (come avevo annunciato qui). Sono stata davvero contenta di poter visitare la fiera dal vivo e mando da qui, ancora, i miei complimenti alle ideatrici, Domitilla Dardi ed Emilia Petruccelli insieme a tutto lo staff, per aver creduto fino all’ultimo all’idea di dare una dimensione reale all’evento, nonostante la situazione e le relative decisioni del Governo spingessero in direzione opposta.

EDIT Napoli e il digitale

Ciò che è importante sapere ora, è che EDIT Napoli non è terminata con l’evento, anzi. Attraversando le magnifiche sale del Complesso di San Domenico Maggiore, passando da un progetto all’altro, salendo e scendendo le imponenti scale, attraversando il cortile per andare a gustare l’ennesimo, buonissimo, caffè con qualche collega (preparato dal catering locale Cucina di Quartiere), ho incrociato team di fotografi e videomaker che stavano predisponendo la versione digitale della fiera.

I molti che, purtroppo, non hanno potuto visitare la fiera dal vivo o i buyer e i giornalisti che desiderano rifare un tour tra gli espositori, hanno la possibilità già dal 20 ottobre, di immergersi nel tour virtuale in 3D e di visitare le business room dedicate, così da stabilire o riprendere le connessioni con designer, artisti e produttori (questo il link d’accesso: www.editnapoli2020.com).

EDIT Napoli e i giovani

“Il segnale positivo è che abbiamo un numero totale degli espositori superiore alla prima edizione. Ma non solo: sono particolarmente orgogliosa di vedere nomi emergenti di giovanissimi che hanno scelto EDIT Napoli per il loro debutto in una fiera di settore con una sezione a loro dedicata, il Seminario”, afferma Domitilla Dardi, curatrice e storica del design.

Un’altra iniziativa di EDIT Napoli rivolta ai giovani è stato il workshop Orografie aperto e rivolto a designer under 35, organizzato in collaborazione con il brand Orografie, ideato da Giorgia Bartolini con art direction di Vincenzo Castellana (verrà presentato nel 2021), e realizzato durante i tre giorni dell’evento. Alla conclusione dei lavori, la giuria ha selezionato i tre progetti migliori: il duo Maria Giovanna Barbi e Fabio Brunone, Linda Salvatori e Livia Stacchini. Queste le proposte dei vincitori:

M’Ama collection: sedia, pouf e specchio nati dalla trasformazione di tre attrezzi per il fitness. Del duo Maria Giovanna Barbi e Fabio Brunone.

Il servomuto di Linda Salvatori risponde a molteplici usi e comprende anche un tavolino d’appoggio.

WishYouWhereHere è il contenitore che Livia Stacchini ha disegnato come “luogo dei ricordi”.

EDIT Napoli e la città

Oltre ai 70 espositori, tra designer, aziende e artigiani internazionali, presentati nella sede principale della fiera, EDIT Napoli ha rinnovato il forte legame con il territorio. Quest’anno le iniziative sono state tre e di queste, due sono ancora disponibili alle visite: splendide occasioni per godere della bellezza di luoghi unici della città.

Il MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli (foto a sinistra), nelle splendide sale dedicate agli affreschi in stile pompeiano, ospita la mostra Aritmia. Le Ceramiche per Gatti 1928, una personale di Andrea Anastasio a cura di Alessandro Rabottini. Le ceramiche recenti di Anastasio, realizzate grazie alla sua lunga esperienza e conoscenza dell’archivio storico di Ceramiche Gatti 1928, stabiliscono un intenso dialogo con le opere antiche. Sembra di percepire un gioco di rimandi tra i colori e le grafiche incredibilmente attuali degli affreschi e le ceramiche lucidissime di Anastasio. La mostra è aperta al pubblico fino al 30 novembre.

Il Museo Filangieri (foto al centro) accoglie (fino a fine anno) Ceramic Tower, un’installazione site specific di Jaime Hayon per Bosa, storica azienda di ceramica veneta che con il designer spagnolo ha instaurato ormai da vent’anni un intenso sodalizio creativo. La torre, alta 5 metri, espone i più simbolici pezzi di Hayon e si conclude, in cima, con un messaggio di speranza: la scultura Hopebird, l’uccellino che con un’ala guarda fiducioso verso il futuro.

Il Teatro San Carlo, infine (foto a destra) ha ospitato durante i giorni di EDIT Napoli, due collezioni di design sapientemente distribuite nell’elegante foyer settecentesco. Da una parte gli imbottiti Metamorfosi, di Martino Gamper per Moroso e, accanto, una doppia sequenza di lampade di Foscarini, disegnate da Andrea Anastasio: Madre e Filo.

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