Elena Cattaneo

Di ritorno da Maison & Objet, a Parigi

Un’esplorazione istintiva delle fiera Maison et Objet, a caccia di idee, oggetti, storie e persone

Ho passato tre giorni a Parigi per Maison et Objet, ma per la prima volta non ero inviata da qualcuno. Arrivo all’ingresso del Parc des Expositions un po’ agitata, all’aeroporto sono salita di corsa sulla RER e mi sono accorta, solo mentre chiudevano le porte, che il treno era un diretto in città. Della serie: nessuna fermata intermedia. Così i padiglioni della Fiera mi sono passati davanti a tutta velocità.

L’agitazione non si placa subito, una vocina interna si palesa e mi porge la fatidica domanda: bene, ora che sei arrivata fin qui, da dove cominci? La strategia che mi guiderà, decido, è quella di seguire l’istinto.

Il primo istinto, quindi, per diventare ‘amica’ di questa edizione di Maison et Objet è cercare la relazione umana: uno dei rischi delle prime esperienze del freelance in trasferta, infatti, è il senso di solitudine. Inutile e dispersivo.

Mi dirigo, perciò, allo stand di Paola C.: so che lì incontrerò le prime facce conosciute. E, a proposito dell’istinto, capisco che tutto andrà bene perché dopo pochi passi inciampo nello stand di Massimo Lunardon.

Massimo è un artigiano-artista del vetro, di Marostica (VI), che avevo conosciuto solo via Facebook, ora eccolo qui, con un progetto tutto suo, nato dalla collaborazione con sei designer-amici. L’idea di Massimo è stata quella di uscire dal percorso tradizionale che sta alla base della nascita di un oggetto, cioè un’azienda che chiede a un designer un progetto e poi lo affida all’artigiano. Gli oggetti della collezione Poets sono nati da chiacchiere tra amici e, ora, prodotti da lui stesso. Così, ho potuto ammirare le creazioni in vetro per la tavola, cariche di poesia, di Sam Baron, Martino Gamper, Marti Guixè, Andrea Anastasio e dello Studio Formafantasma.

Jagged by Marti Guixè, Poets

Jagged by Marti Guixè, Poets


Pinch by Studio Formafantasma, Poets

Pinch by Studio Formafantasma, Poets


Filo Rosso by Andrea Anastasio, Poets

Filo Rosso by Andrea Anastasio, Poets


Horizonte by Martino Gamper, Poets

Horizonte by Martino Gamper, Poets

Penso che Massimo sia anche una persona attenta, forse ha captato il mio sguardo appena atterrato e si offre di accompagnarmi da Paola C.  Qui sono di casa (ho da poco creato la pagina Facebook di PaolaC.) e mi emoziono anche un po’ quando: mentre scatto qualche foto, assisto alla trattativa e all’acquisto di tre bellissimi pezzi della collezione New Roman di Jaime Hayon da parte di tre signore degli Emirati Arabi. La scena è quasi cinematografica: le tre si sono avvicinate, hanno parlato fra loro, e poi solo una ha cominciato a fare domande sugli oggetti esposti e sui prezzi, ogni volta che aveva una risposta si consultava con le altre due sistemate un po’ in disparte e poi ricominciava con le domande, alla fine l’acquisto è stato fatto.

Alcuni pezzi di Paola C. a Maison et Objet

Alcuni pezzi di Paola C. a Maison et Objet


Alcuni pezzi di Paola C. a Maison et Objet

Alcuni pezzi di Paola C. a Maison et Objet


Paper Boat di Aldo Cibic

Paper Boat di Aldo Cibic


Alcuni pezzi di Paola C. a Maison et Objet

Alcuni pezzi di Paola C. a Maison et Objet


Augustus di Jaime Hayon

Augustus di Jaime Hayon

Carica dell’energia degli amici mi posso buttare a caccia di idee. E nel lungo tragitto a zig-zag tra le corsie dei padiglioni, chi mi ha davvero fatto voltare lo sguardo sono stati oggetti molto diversi tra loro, qualcuno per l’allestimento dello stand particolarmente accogliente, altri per le idee del packaging, altri ancora perché bastava guardarli per pensare a come sarebbe stato bello averli intorno.

È il packaging, per esempio, che mi ha attirato nello stand Xie Xie, dove sono esposti solo, a prima vista, dorsi di libro dai colori pastello. Invece no, mi racconta una timida ragazza orientale, Xie Xie in mandarino vuol dire ‘grazie‘ ma è anche il tè di eccellenza della casa di madame Hsieh, e gli oggetti che sembrano libri sono le confezioni di tè.

Xie Xie a Maison et Objet

Xie Xie a Maison et Objet


Xie Xie a Maison et Objet

Xie Xie a Maison et Objet


Xie Xie a Maison et Objet

Xie Xie a Maison et Objet

Dopo solo pochi passi, ancora con un po’ di rosa pastello e di verde acqua negli occhi, uno smilzo ragazzo dall’aria britannica mi invita ad assaggiare il suo di tè, servito in una tazzina in miniatura. Loro si chiamano P&T, il loro motto è:

You drink coffee, I drink tea, my dear

e la loro storia comincia da Berlino. Qui, Jean de Gruyter, fondatore di P&T, ha deciso di rompere radicalmente con la filosofia un po’ elitaria delle boutiques di tè abituali e di divulgare una cultura della bevanda più accessibile per tutti.

P&T a Maison et Objet

P&T a Maison et Objet

Proseguo e noto una ragazza seduta al centro di un piccolo stand tutto bianco, a prima vista vuoto. Metto a fuoco e intorno vedo qualche pezzo in porcellana bianca, dire minimalista è niente. La nuova collezione proposta da Mamama è formata da tre modelli di vassoi rettangolari: La montagne, con una cunetta al centro, Le lac, decorato solo da un lieve abbassamento e Le volcan, con un cratere tondo al centro.

La montagne by Mamama

La montagne by Mamama


Le lac by Mamama

Le lac by Mamama


Le volcan by Mamama

Le volcan by Mamama

Riprendo il cammino, comincio ad avere tante borse sulle spalle e forse anche un po’ di fame, sbadiglio e intravedo l’angolo di Francia in cui avrei voluto vivere, di quelli così perfetti e romantici che vorresti sederti con loro e non alzarti più. È lo stand di Paris au mois d’aout, un’azienda che produce lampade sul modello delle palle di carta giapponesi, reinterpretate con leggerissimi tessuti di cotone stampati. Pura poesia.

Paris

Paris au mois d’aout

Dal Giappone interpretato a quello reale. Faccio qualche passo nel mondo di Densan, un’associazione giapponese nata nel 1975 che promuove la produzione artigianale del Paese.

Densan

Densan


Densan

Densan


Densan

Densan


Densan

Densan


Densan

Densan


Densan

Densan


Densan

Densan


Densan

Densan


Densan

Densan

E il viaggio intorno al mondo prosegue, ecco che a un certo punto compaiono i nordici, grossi nomi dell’interior design, con mobili, lampade, accessori, tutti eleganti, perfetti da ambientare in una casa con il parquet dipinto di bianco. Ma quelli non c’è bisogno di raccontarli qui.

La mia visita in Fiera prosegue anche oltre i confini del Parc des Expositions. Per i giornalisti, infatti, sono stati pensati dei tour in città e non solo.

La navetta ci lascia davanti all’entrata di un negozio appena aperto, entriamo e ci accolgono grandi sorrisi e, dopo pochi istanti di titubanza, grandi saluti in italiano. Sì, siamo a Parigi, ma anche in Italia.

Borgo delle Tovaglie, infatti, ha aperto il suo primo negozio in Francia il 4 settembre, nella parte alta del Marais. Lo spazio è stato recuperato da un ex fabbrica di gomma e i lavori di ristrutturazione hanno mantenuto intatto il sapore di un luogo dedicato al lavoro e alla produzione. Il pavimento mi colpisce particolarmente, è totalmente grezzo, formato da parti diverse lasciate volutamente a vista e solo ‘rattoppate’ dove l’usura poteva diventare pericolosa.

Valentina e Giuliano, i proprietari, ci raccontano brevemente la loro storia: lei avvocato, ha cominciato a lavorare con la madre quando il giro di affari del suo piccolo negozio diventava impegnativo. Il negozio, specializzato nella vendita di tovaglie plastificate, era stato aperto nel 1996 nel centro di Bologna… incredibilmente proprio in via Tovaglie!

Valentina capisce di aver fatto la scelta giusta e, piano piano, aggiunge alla collezione di biancheria per la tavola, oggetti, mobili e lampade, in uno stile molto personale, che può apparire tradizionale e contemporaneo nello stesso tempo. E arriva anche il momento della svolta di Giuliano, marito di Valentina, ingegnere: anche lui decide di buttarsi nell’avventura. il nostro ingresso nel negozio, coincide con l’inizio di una nuova strada per Borgo delle Tovaglie, quella internazionale: non possiamo che fare un mondo di auguri alla coppia, mentre degustiamo una tigella fumante.

Borgo delle tovaglie

Borgo delle tovaglie


Borgo delle tovaglie

Borgo delle tovaglie


Borgo delle tovaglie

Borgo delle tovaglie


Borgo delle tovaglie

Borgo delle tovaglie


I bicchieri colorati del nuovo brand Magma, in esclusiva a Parigi per Borgo delle tovaglie

I bicchieri colorati del nuovo brand Magma, in esclusiva a Parigi per Borgo delle tovaglie

E, colpo di scena, ci aspetta anche una gita fuori porta.

È domenica, è settembre ed è mattina: il bus esce velocemente da Parigi e il panorama cambia di colpo, le strade attraversano campi ondulati e accarezzati da una leggerissima nebbiolina, quasi trasparente. La nostra meta è l’Abbazia di Royaumont, oggi sede di una fondazione culturale che organizza eventi musicali, ospita artisti per corsi, ricerche e seminari, mantenendo contemporaneamente attiva e vivace l’atmosfera dell’antica abbazia.

Si tratta della più grande abbazia cistercense dell’Ile-de-France, fondata nel 1228 per volontà di Re Luigi IX di Francia, e occupata da una comunità di monaci fino alla Rivoluzione. La chiesa, grandissima, in cui i monaci si radunavano dalle 2 del mattino per pregare, è stata distrutta proprio a causa della Rivoluzione e ora se ne può solo intuire la pianta, grazie alla presenza del campanile. Intelligentemente l’abbazia fu trasformata in una filanda di cotone e nel 1964 acquistata dalla famiglia Gouin che creò la fondazione culturale.

Abbazia di Royaumont

Abbazia di Royaumont

Abbazia di Royaumont

Il chiostro - Abbazia di Royaumont

Il campanile - Abbazia di Royaumont

Atterro a Milano con tutte queste storie in testa e negli occhi e molte altre ancora.

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