Elena Cattaneo

Alessandro Borghese e “Il lusso della semplicità”

MILANO

Interni che ricordano l’atmosfera di un transatlantico Anni Trenta dove lo Chef Borghese si prende la libertà di servire piatti esclusivi, ma ispirati alle ricette più semplici della tradizione.

Nessuna tovaglia è prevista sui tavoli del ristorante “Il lusso della semplicità”, la cucina è a vista e il panorama esterno è quello dell’orto utilizzato per la coltivazione delle erbe aromatiche.

Una situazione inedita, in realtà, perché invece di essere affacciati su campagne e colline, siamo in centro a Milano, in una zona storicamente destinata agli affari. Il ristorante voluto e creato dallo Chef Alessandro Borghese, infatti, è situato al primo piano di un palazzo di Gio Ponti, in viale Belisario, quella che per i milanesi era la zona della Fiera Campionaria e oggi ospita Milano City Life.

“Il lusso della semplicità” occupa un grande spazio, di circa 700 mq, che lo Chef più rock’n roll della tv ha realizzato secondo un suo immaginario ben preciso e seguendo da vicino la scelta di ogni dettaglio. Dice Borghese:

“La cucina può essere eccezionale, ma il ristorante e quello che vi è contenuto deve riflettere gli altissimi standard di ciò che viene servito.”

Alfredo Cannelli ha progettato gli interni del ristorante seguendo le indicazioni dello Chef e ha saputo dare risposte concrete a ogni sua esigenza, una fra tutte quella di trovare un materiale adatto all’intera superficie del locale e capace di amplificare l’originale approccio gastronomico di Borghese.

La soluzione è stata individuata nell’uso di Neolith, le superfici in pietra sinterizzata studiate e prodotte dall’azienda spagnola TheSize. Ciò che ha attirato Borghese verso Neolith è stato, prima di tutto, il fatto di trovare un materiale talmente versatile da potersi adattare alle situazioni più differenti: “Il lusso della semplicità”, infatti, si sviluppa e propone diverse opzioni d’uso.  Oltre al ristorante vero e proprio, ospita la sede della Ab Normal – Eatertainment Company, con gli uffici e le sale dove lo chef insegna a cucinare o prepara eventi privati, e un bistrot dove gustare stuzzichini e finger food.

La vasta gamma di texture proposte da Neolith ha permesso di rivestire l’intera superficie del locale, senza soluzione di continuità, ma dando vita a un’originale miscela di toni e contrasti, giocati tra legni, marmi e metalli (Neolith La Bohème, Neolith Calacatta, Neolith Iron Corten, Neolith Nero Zimbabwe) che, insieme, evocano l’atmosfera, lussuosa e ruggente, di un transatlantico Anni Trenta.

La versatilità della pietra sinterizzata è tale da superare e soddisfare qualsiasi esigenza, anche dimensionale: oltre alle grandi lastre da cm 150/160×320, infatti, la lavorazione su misura consente di ottenere pezzi speciali che, nel caso de “Il lusso della semplicità”, si sono tradotti in piccoli elementi che ricordano i piattini usati in Spagna per servire le tapas. Racconta il progettista Alfredo Cannelli:

“Abbiamo utilizzato un’ampia gamma di colori Neolith per le varie aree del ristorante, in modo da conferire a ogni spazio un’identità distintiva. Per lo Chef Borghese l’esistenza della possibilità di lavorare direttamente sulla superficie con olio, verdure, frutta, pesce e carne è semplicemente fantastica. È facile da pulire, non si graffia, non si macchia e non assorbe gli odori. Soprattutto è talmente igienica che si può mangiare direttamente sulla pietra stessa. Sono queste qualità a dare un valore aggiunto di perfezione al ristorante.”

Grazie alla tecnologia, si è trovato oggi il modo di proporre pietre del tutto simili a quelle naturali, ma capaci di resistere ai graffi, agli sbalzi di temperatura e di soddisfare qualsiasi esigenza legata all’igiene. Proposte che, si può facilmente capire, sono molto apprezzate dai designer per la creazione degli interni del settore alberghiero.

In questo caso, Neolith Calacatta Silk è stato scelto per il piano del bancone del bar, ma non solo, lo Chef Borghese ha voluto ripetere la stessa elegante texture anche sulle pareti del ristorante, sui ripiani del lavabi nei bagni e sulle scale.

La caratteristica di Neolith, infine, che ha del tutto convinto Borghese e il suo staff nella scelta, è il fatto di essere un materiale riciclabile al 100%: ogni lastra, in particolare, è garantita per essere composta fino al 52% di materie prime riciclate. ha dichiarato lo Chef:

“Neolith mi ha attirato per la sua varietà di colori e motivi sublimi, ma ne ammiro anche tutto il talento e la cura con cui viene prodotto. Come me, Neolith cerca la perfezione e mette a mia disposizione il palcoscenico ideale su cui dar vita alla mia visione e su cui lasciar volare la mia immaginazione!”

 

[In collaborazione con Neolith®]

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