Contenuti online e condivisione
Un post di ragionamento, tipico da ‘rientro al lavoro’, dove: raccolgo alcune idee sull’importanza della condivisione dei contenuti online, mi invento una nuova rubrica di approfondimento Instagram e linko i 28 account che in agosto ho postato sulla pagina Facebook
Riaprire la casella “lavoro” nella propria testa dopo la pausa estiva, di solito la più lunga che ci si concede in un anno solare, segue dei passaggi più o meno standard. Chi lavora in ufficio, farà più fatica a svegliarsi a un’ora precisa e a sostituire l’abbigliamento vacanziero con quello da lavoro. Superati questi primi ostacoli, una volta arrivato alla sua postazione e aver ritrovato lo sguardo dei colleghi, il percorso verso la ri-abitudine comincia, forse, ad essere in discesa.
Per chi lavora da solo, magari in casa come me, gli ostacoli sono meno evidenti, ma più infidi. Si nascondono, per esempio, dietro al fatto che si riprendono in contemporanea (e nello stesso luogo fisico) anche le abitudini casalinghe e queste, i primi giorni, hanno la meglio: perché ricominciare a fare la spesa, la lavatrice e le altre amenità domestiche sono attività imprescindibili e offrono una buona quantità di scuse alla ripresa dell’altro pezzo di routine, quello destinato alla professione.
Fanno parte del percorso di riavvicinamento anche diversi pensieri notturni, legati al fatto che, in effetti, la mente si è ripulita dalla polvere della quotidianità, gli occhi hanno visto paesaggi diversi, magari nuovi, la bocca ha provato sapori insoliti e il corpo si è, di solito almeno un pochino, riavvicinato alla natura. Tutto ciò implica che lo sguardo e i pensieri che rimettiamo sul nostro lavoro di prima, per quanto sia sempre quello di prima, siano diversi.
Ecco perché per molte persone settembre è un mese di “inizio”, comunque sia, abbiamo delle idee nuove in testa.
Possiamo usarle per capovolgere tutto, ma direi che in questo caso non basta qualche idea fresca, bensì ci sia bisogno di una potente dose di energia, oppure le idee fresche ci possono essere utili anche solo per rimettere a posto qualche cassetto, fuori e dentro di noi.
Per quanto mi riguarda, a fine luglio ho fatto un post sulla pagina Facebook di questo blog dove condividevo un account Instagram per me particolarmente interessante e spiegavo, in poche righe, perché e chi fosse l’autore. L’ho fatto quel giorno e poi il giorno dopo, perché ho visto crescere curiosità e interesse. Da quel post, così, è nata l’idea per mantenere attiva la pagina durante il mese di agosto, senza fatica, anzi con mio gran divertimento. Ogni giorno delle vacanze, quindi, a prescindere da dove fossi e cosa facessi, ho condiviso su Facebook una galleria di Instagram selezionata, per un motivo o per un altro, e ne è nata una specie di rubrica quotidiana. L’obiettivo è e resta uno solo: la condivisione.
La condivisione di fotografie, di notizie, di testi, di idee, di pensieri, di concetti e di contatti, è e resta, per me, il valore ineguagliabile dei social network. Tutte le volte che apro i miei account, in questo periodo in particolare, ho dei moti di rabbia e nervoso e senso di impotenza, e il sottile dubbio che, forse, anche chiuderli tutti e non dover leggere le bruttezze sparse online qua e là mi farebbe stare meglio, ma poi no.
Ogni giorno, almeno, sui social trovo una notizia interessante che riguarda la mia professione, leggo delle belle parole scritte da qualcuno, mi ipnotizzo davanti a immagini di luoghi di cui non conoscevo l’esistenza e dove, probabilmente, non andrò mai.
[lo scrivo adesso, ma chi è arrivato fino a qua probabilmente l’avrà già capito, questo è uno di quei post totalmente improvvisati, che solo in questo limbo di fine estate si riescono a mettere nero su bianco]
Tra le idee fresche post vacanze alle quali ho accennato prima, c’è quella di una nuova sezione di questo blog dedicata proprio al racconto e alla condivisione di account Instagram che ritengo abbiano un senso, più di altri, e dedicata, soprattutto, alle storie di chi ci sta dietro: quando sono stati aperti, perché, sono cambiati nel tempo? cosa fotografano, cosa condividono a loro volta? Vorrei riuscire a sollevare, insomma, la schermata di una gallery come fosse un sipario per riuscire a sbirciare dietro alle quinte.
Sono tante le polemiche sul mondo Instagram, soprattutto legate a chi ne fa, o verrebbe fare, una professione. Lo abbiamo letto sicuramente in molti in un articolo uscito di recente sulle percentuali di followers più o meno reali. Per tentare di andare oltre le polemiche, le letture semplicistiche e anche numeri e trucchi sparati un po’ a caso, penso che provare ad avvicinare direttamente chi agisce dietro quei numeri possa essere una strada.
Una strada nuova, anche per chi con Instagram ci lavora e non si accontenta di seguire dinamiche standard.
Per chi gestisce un account IG di un brand può essere utile, per esempio (è una domanda che mi sto facendo), capire chi realmente ci sia dietro a una galleria di foto e al numero dei suoi followers, così da cominciare a fare una selezione reale tra account esclusivamente nati per “vendersi” e account originali sul serio?
La mia idea, in pratica è questa: andare a “stanare” e raccontare gli autori delle gallerie fotografiche (per me) più significative.
Significative in base a cosa?
Il mio criterio di selezione si basa su 4 aspetti precisi:
- la coerenza visiva delle foto nell’insieme
- l’originalità del taglio fotografico o di un’eventuale elaborazione grafica
- la capacità di esprimere un racconto, di coinvolgere ed emozionare
- la completezza dei testi, che fossero utili o, comunque, interessanti
Ed è con questo criterio che ho selezionato le gallerie condivise nel mese di agosto che ripropongo qui sotto, in ordine cronologico, dall’inizio alla fine del mese: