Homi: dove si raccolgono le idee per la casa
Gli oggetti di uso quotidiano si mettono in mostra
Ci siamo, sta per cominciare la terza edizione di Homi e nell’aria ho sentito con piacere che il colore nei prossimi mesi non mancherà, anzi. Ma non l’ho sentito così a caso, l’ho proprio letto e ascoltato dalla color designer Francesca Valan che racconta, in particolare, delle tinte accento già addocchiate nella moda, giallo e turchese.
E allora mi sono stupita. Forse lo conoscete anche voi quel meccanismo quasi inconscio di adeguamento alle mode. Quell’attimo preciso in cui vi accorgete che iniziate a desiderare un determinato oggetto, un modello di scarpe, un orologio, un braccialetto, un costume da bagno, ma proprio quello, perché vi sembra davvero un’idea originale. E invece no. Di originale non c’è niente. Quello è il momento in cui ci si sta infilando in una nuova tendenza, quasi senza accorgersene.
Secondo me, quindi, possiamo tutti rilassarci e farci passare l’ansia da prestazione: è un meccanismo a cui nessuno sfugge, anche se è convinto del contrario.
Io per esempio nei mesi scorsi ho dato una rinfrescata alla camera dei miei figli e mi sono detta, ma sì dai, coloriamo un paio di pareti. Ho provato a indagare le loro preferenze ma ho avuto come risposta solo dei mugugni poco comprensibili (probabilmente fossero state femmine non avrei avuto campo così libero). Così ho fatto da sola, sono andata al colorificio con una vaga idea in testa, mi hanno mostrato la palette dei colori e ZAC, non ho avuto dubbi, ho scelto questo… pensando, sotto sotto, di avere avuto un’intuizione pazzesca! E invece no: è una sfumatura del turchese e Francesca Valan l’aveva già nominato da tempo!
Torniamo a Homi, perché è proprio quello il luogo dove scoprire suggerimenti e tendenze per il mondo della casa. Homi è una fiera bambina, questa è la terza edizione, infatti, e la prima risale a un anno fa. Ancora prima si chiamava Macef e, dopo tanti anni e tante edizioni, aveva un aspetto un po’ stanco. Il cambio d’abito è stata la prima vera novità. E, forse perché così evidente, lo scorso gennaio sembrava anche l’unica vera novità… insomma io sono uscita con un pizzico di delusione.
È vero, però, che per elaborare i cambiamenti ci vuole tempo e nel corso di questo anno Homi ha fatto tanta strada:
- ospita 1500 espositori provenienti da 80 Paesi
- ha varcato il confine debuttando in Russia durante la Moscow Design Week di ottobre scorso e si prepara alla prima edizione negli Usa a New York, dal 16 al 19 maggio
- oltre che dai mercati europei, dal Sudafrica, Giappone, Usa e Singapore, porterà in Italia buyer da Cina, Russia e Turchia
- ha aperto una ‘stanza’ anche in città: dal 15 al 22 gennaio, infatti, la Triennale ospita la mostra ‘L’oggetto quotidiano diventa icona di stile di vita’, organizzata da Homi all’interno dello spazio Tim4Expo
- ha allargato la visione della casa proponendo 10 satelliti di diverse aree tematiche tra le quali Fragrances & Personal Care, Garden & Outdoor, Kid Style, Home Textiles, Hobby & Work.
- ha arricchito la fiera di eventi come “La magnifica forma 3.0”: un laboratorio sperimentale dedicato al confronto tra design e patrimonio artistico. L’obiettivo è quello di raccontare lo stile dell’abitare italiano contemporaneo in riferimento al paesaggio e al patrimonio artistico dei territori, così diversi tra loro. Sotto la direzione artistica dell’architetto Anna del Gatto, i designer Luca Scacchetti, Carlo Rampazzi, Stefano Casciani, Palomba Serafini, propongono una stanza da letto ispirata a 5 regioni italiane.
Per concludere, ho trovato molto interessante l’intervento di Michele Perini, presidente di Fiera Milano, all’inaugurazione della mostra L’oggetto quotidiano diventa icona di stile di vita. Secondo Perini, infatti, è importante che Homi sottolinei la sua intenzione di occuparsi della diffusione di oggetti di uso quotidiano, sicuramente belli, ma soprattutto utili e per tutti:
“chi ha spostato il concetto di design verso la creazione di prodotti esclusivi – dice Perini – ha ucciso il design. E per realizzare oggetti funzionali e di qualità non basta avere cultura e storia alle spalle, non bastano delle buone macchine, come non bastano architetti e designer d’eccellenza, ci vogliono le risorse umane”
E, aggiungo, ci vorrebbero risorse umane gratificate. A questo punto, però, non vedo l’ora di andare, guardare, toccare e annusare!