Elena Cattaneo

Allenarsi alla coerenza, grazie a Instagram

Comunicare in rete con le immagini è un passatempo piacevole, ma può diventarlo molto di più se aggiungiamo un pizzico di consapevolezza e qualche regola

Un fantastico strumento di comunicazione visuale.

Così Gianpiero Riva ha definito Instagram durante l’ultima puntata bolognese del Digital Update Social Media Marketing. Subito dopo si è rivolto a noi, in sala, chiedendoci come usassimo Instagram. Silenzio tra i banchi finché Silvia se ne esce con un filo di voce: «Relax?».

Esatto! – ha ribadito Gianpiero – Instagram è uno di quegli strumenti, diventato a tutti gli effetti un social network, nato per intrattenere: internetainment, si dice anche. Ma come per ogni social network esistono delle regole, non scritte, che è bene conoscere.

Perché? Semplice, per poterlo usare nel modo migliore e riuscire, così, a entrare davvero in relazione con quelle persone nel mondo con le quali abbiamo più affinità, in questo caso visuali. Cioè per fare davvero networking.

Aldilà degli aspetti tecnici legati al mondo della fotografia, la regola principale che sento di aver portato a casa dalla lezione di Gianpiero riguarda la coerenza. Accedo a Instagram per rilassarmi dieci minuti e, di solito, ecco cosa faccio (come penso molti di voi): scorro la timeline, elargisco un cuoricino così d’istinto alle foto che mi piacciono, poi, se ne incontro una che mi colpisce di più, leggo la didascalia, quindi la bio del suo autore e, a questo punto, magari decido di accedere alla sua galleria.

Ecco, trovo che questo sia un momento importante, quasi emozionante: sto per entrare nel mondo visuale di un’altra persona. Quel mondo, unico e originale, mi accoglierà con nove fotografie, disposte in una griglia di tre x tre. So che se mi sentirò ben accolta probabilmente comincerò subito, anche in questo caso quasi d’istinto, a seguire la galleria, altrimenti è un attimo tornare indietro e proseguire l’esplorazione.

Ma cosa mi e ci fa sentire più o meno benvenuti in una galleria?

Certamente il fatto di apprezzare un certo tipo di soggetto fotografico e la condivisione di uno specifico gusto estetico, ma prima ancora ciò che ci attrae è proprio la coerenza tra quelle nove foto della prima schermata.

Ho pensato molto a questa cosa della coerenza. E per un attimo ho temuto di aprire la mia gallery e dover rendermi conto di quello che in realtà so già: di coerenza se ne respira molto poca. Si ok qualche foto carina c’è, ci sono anche delle composizioni pensate, non è tutto proprio casuale, ma in effetti lo sembra. Ed è normale, assicura Gianpiero, quando si comincia a usare Instagram per condividere attimi della propria giornata.

La cosa bella però è che ascoltando e rimuginando su regole, trucchi ed esperienze, ma soprattutto curiosando tra gli instagrammer di tutto il mondo, scopri che la coerenza, come quasi tutto, si può imparare.

È una questione di allenamento, suggerisce Gianpiero. E, mi viene da aggiungere, anche di un minimo di consapevolezza in più rispetto al mero meccanismo istintivo: guardo, bello, scatto, posto.

Così ho deciso di far partire da qui, nero su bianco, il mio allenamento personale e la prima mossa è cercare di capire come mai alcune particolari espressioni di coerenza mi abbiano colpito più di altre e siano diventate parte del mio relax quotidiano.

Una delle prime gallerie che mi hanno inchiodato lo sguardo è quella di Davide @omniamundamundis. Non so altro di lui, ma la mia parte architetto non ha proprio saputo resistere.

Una foto pubblicata da Davide (@omniamundamundis) in data:

Tra i miei primi contatti c’è anche Sam Larson @samlarson, non un fotografo, ma un illustratore freelance di Portland: i suoi soggetti mi hanno fin da subito fatto viaggiare con l’immaginazione tra i paesaggi cinematografici del Far West (infatti ne avevo già scritto).

Un video pubblicato da Sam Larson (@samlarson) in data:

Un’altra galleria per chi ama fotografare architetture e guardare fotografie di architettura è quella concettuale di @_ingo_1 che riesce a mantenere non solo una coerenza dei soggetti e della composizione delle foto, ma anche un’incredibile uniformità cromatica, quasi ossessiva. Ingo è stato citato da Archdaily in un post che suggerisce le 25 gallerie più interessanti dedicate all’architettura

Una foto pubblicata da i n g o (@_ingo_1) in data:

Poi c’è chi sceglie una coerenza narrativa, come Alessandro Costa @osnuflaz e le sue T-Rex Adventures che a me fanno sempre molto ridere.

Konsta Punkka @kpunkka, invece, è un fotografo finlandese che trasmette con i suoi scatti un amore e una comprensione per il mondo animale immensi

Una foto pubblicata da Konsta Punkka (@kpunkka) in data:

Diversi, moltissimi, quindi, i temi che stanno alla base della coerenza: su Instagram ognuno può scegliere il suo, magari lo progetta a tavolino – per esempio nel caso della galleria di un’azienda – oppure lo può trovare nel tempo, limando e correggendo la propria attitudine a postare foto. Così dal “totalmente a caso” si può cercare di portare un po’ di ordine nei cassetti e scoprire che seguire un filo è più interessante. Per noi, ma anche per gli altri.

Se poi dal punto di vista dell’ordine si vuole proprio puntare in alto ci si può ispirare ai casi estremi, fascinosissimi, come quello, suggerito da Gianpiero e nato dall’amorevole attitudine di un fotografo inglese Michael Zee che ogni mattina prepara la colazione per il suo fidanzato, Mark van Beek, la fotografa e la mette online. Da questo gesto ripetuto è nato @symmetrybreakfast, una galleria talmente perfetta che lo sguardo si perde nella sua geometria fino a confonderla con qualcosa di astratto, un puzzle o un mosaico.

Una foto pubblicata da SymmetryBreakfast (@symmetrybreakfast) in data:

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